Le figurinaie di oggi// tra tradizione e modernità
Per tanto tempo gli stampi sono rimasti inutilizzati. Era stata una scelta. Io e mio fratello, con le nostre famiglie, avevamo preferito prendere tempo, anche per capire se qualcuno, fra noi, sarebbe stato in grado di lavorarvi. C’è riuscita mia moglie Simonetta. Un’insegnante di educazione artistica della scuola media, Lea Gobbi, alla metà degli anni Novanta del secolo scorso, aveva coinvolto, a lavorare la ceramica, a scuola, genitori e allievi. Nacque l’idea di realizzare un presepe di Macachi di Albisola; la nostra famiglia mise a disposizione gli stampi di papà e quelli, più antichi, di Beatrice: dopo qualche prova, la Natività, i Re Magi, i pastori, gli angeli e gli animali ripresero forma. Le statuine vennero inserite in uno scenario particolare: l’antica via Emilia, con la parrocchiale di San Nicolò e l’Oratorio di Albisola Superiore. Fu il primo atto. L’operazione era riuscita, ma soprattutto, Simonetta si rese conto non solo di poter lavorare sugli stampi, ma di riuscire a completare le statuine con ciò che andava aggiunto modellando la terra, ossia braccia e doni. Giusto come le figurinaie del passato e come suo suocero Baciccia. Da allora mia moglie si è sentita calata profondamente in quella tradizione di famiglia. Per me, la gioia enorme di scoprire che un qualcosa che sentivo parte di me poteva riprendere vita, nonostante la mia assoluta incapacità tecnica a realizzare i Macachi.
E’ dell’estate 2014, la decisione di raccogliere le esperienze fatte e di provare un ulteriore salto di qualità. Nasce Macachi Lab, che si propone tre obiettivi ambiziosi, fra passato presente e futuro: tenere viva la tradizione, portare avanti la produzione di Macachi e dare impulso alla ricerca. Ripartendo, per la parte operativa, da tre figurinaie. Tre donne, come una volta…